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Per Pasquale Iannetti, decano delle guide alpine teramane, Giorgio Lanciotti è ancora sul Gran Sasso. E non è il solo a crederlo. La determinazione nel ritrovare il corpo dell’escursionista rosetano – residente a Pineto – scomparso il 21 settembre scorso dopo aver raggiunto la vetta del Corno Grande, è talmente forte da spingere Iannetti e un gruppo di esperti escursionisti a riavviare le ricerche già dalla prossima settimana.
A rilanciare l’iniziativa è proprio Iannetti, che già nei mesi passati aveva coordinato le operazioni interrotte poi a novembre a causa dell’inverno. Ora che le condizioni meteo lo permettono, la squadra è pronta a ripartire da dove aveva lasciato.
«Appena avremo la disponibilità di alpinisti esperti, ripartiremo», spiega Iannetti. «Le ricerche si svolgono in due modalità: dall’alto e dal basso. Si comincia dall’alto, calandosi con due corde doppie in sicurezza. È una manovra tecnica che richiede grande impegno. Se questo tentativo non darà esito e si arriverà a circa 250 metri dalla vetta, da lì in poi iniziano le pareti verticali: in quel caso passeremo al piano B, ovvero la risalita dal basso. Saranno coinvolte tre cordate su vie molto impegnative».
L’iniziativa è su base volontaria, ma Iannetti ci tiene a precisare di essere «in totale sintonia con la famiglia Lanciotti».
«Credo che già dalla prossima settimana saremo operativi», aggiunge. «Saremo una decina, forse dodici persone, e inizieremo la ricerca partendo dall’alto».
Nel frattempo, nei mesi scorsi si erano diffuse alcune voci, mai confermate, su una possibile fuga volontaria di Lanciotti. Di recente, anche la trasmissione Rai Chi l’ha visto? è tornata a occuparsi del caso, rilanciandolo attraverso i propri canali social e mantenendo alta l’attenzione sull’escursionista scomparso.
A rilanciare l’iniziativa è proprio Iannetti, che già nei mesi passati aveva coordinato le operazioni interrotte poi a novembre a causa dell’inverno. Ora che le condizioni meteo lo permettono, la squadra è pronta a ripartire da dove aveva lasciato.
«Appena avremo la disponibilità di alpinisti esperti, ripartiremo», spiega Iannetti. «Le ricerche si svolgono in due modalità: dall’alto e dal basso. Si comincia dall’alto, calandosi con due corde doppie in sicurezza. È una manovra tecnica che richiede grande impegno. Se questo tentativo non darà esito e si arriverà a circa 250 metri dalla vetta, da lì in poi iniziano le pareti verticali: in quel caso passeremo al piano B, ovvero la risalita dal basso. Saranno coinvolte tre cordate su vie molto impegnative».
L’iniziativa è su base volontaria, ma Iannetti ci tiene a precisare di essere «in totale sintonia con la famiglia Lanciotti».
«Credo che già dalla prossima settimana saremo operativi», aggiunge. «Saremo una decina, forse dodici persone, e inizieremo la ricerca partendo dall’alto».
Nel frattempo, nei mesi scorsi si erano diffuse alcune voci, mai confermate, su una possibile fuga volontaria di Lanciotti. Di recente, anche la trasmissione Rai Chi l’ha visto? è tornata a occuparsi del caso, rilanciandolo attraverso i propri canali social e mantenendo alta l’attenzione sull’escursionista scomparso.