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CONTROGUERRA. Si è svolta ieri sera, 17 giugno, a Controguerra, la quarta assemblea pubblica promossa dal Comitato Civico a tutela dell’Ospedale Val Vibrata e della sanità pubblica. L’incontro ha visto una partecipazione vivace e sentita, alla presenza di cittadini, amministratori locali e del consigliere regionale Dino Pepe.
Presenti anche i sindaci di Torano Nuovo e Controguerra, Anna Ciammariconi e Franco Carletta, insieme al vicesindaco Mauro Scarpantonio, all’assessore Fabrizio Di Bonaventura e a numerosi consiglieri comunali di opposizione dei comuni limitrofi: Sbranchella, Vattilana, Settepanella, Masi, Di Gaetano e Di Felice.
Il Comitato ha espresso nuovamente forte preoccupazione per le recenti decisioni di Regione e ASL, che stanno portando a un progressivo declassamento dell’Ospedale Val Vibrata, con gravi ripercussioni su cittadini e operatori sanitari. Numerosi gli interventi di apprezzamento nei confronti del personale ospedaliero, che nonostante le difficoltà continua a garantire un servizio dignitoso.
Al centro del dibattito, il ruolo – ritenuto debole e frammentato – dei sindaci della Val Vibrata, accusati di non saper esprimere una posizione chiara e unitaria, forse per ragioni di opportunità politica. È stato citato come esempio virtuoso il caso di Bazzano, in Emilia, dove i sindaci della Valsamoggia – pur appartenenti in larga parte alla maggioranza di governo regionale – hanno guidato una protesta pubblica contro il ridimensionamento del pronto soccorso locale, schierandosi apertamente con la cittadinanza.
“Perché non accade lo stesso in Val Vibrata?”, si sono chiesti molti dei presenti. “Il declassamento è evidente, ma le reazioni restano deboli e frammentarie”.
Tra le proposte più significative emerse durante l’assemblea, quella rilanciata dal sindaco e dal vicesindaco di Controguerra: trasformare l’Ospedale Val Vibrata in un DEA di I livello. Una richiesta giustificata non solo dalla posizione strategica della struttura, al confine regionale, ma anche dall’elevata mobilità passiva sanitaria che grava sull’intera ASL di Teramo.
Questa ipotesi era già stata prevista nei documenti strategici elaborati dal compianto Dott. Fagnano, nei quali si assegnava all’Ospedale Val Vibrata un ruolo centrale a fianco del futuro ospedale provinciale di Teramo.
“Perché non puntare su questa visione? Perché non pensare in grande e potenziare l’unico presidio sanitario del versante nord, evitando la fuga di pazienti verso le regioni limitrofe?” – è stata la riflessione conclusiva dell’assemblea.
Il Comitato ha confermato la volontà di proseguire nella mobilitazione, sia civile che istituzionale, chiedendo con forza alla politica locale di superare divisioni e tatticismi, per tornare a difendere con decisione il diritto alla salute dei cittadini della Val Vibrata.
Presenti anche i sindaci di Torano Nuovo e Controguerra, Anna Ciammariconi e Franco Carletta, insieme al vicesindaco Mauro Scarpantonio, all’assessore Fabrizio Di Bonaventura e a numerosi consiglieri comunali di opposizione dei comuni limitrofi: Sbranchella, Vattilana, Settepanella, Masi, Di Gaetano e Di Felice.
Il Comitato ha espresso nuovamente forte preoccupazione per le recenti decisioni di Regione e ASL, che stanno portando a un progressivo declassamento dell’Ospedale Val Vibrata, con gravi ripercussioni su cittadini e operatori sanitari. Numerosi gli interventi di apprezzamento nei confronti del personale ospedaliero, che nonostante le difficoltà continua a garantire un servizio dignitoso.
Al centro del dibattito, il ruolo – ritenuto debole e frammentato – dei sindaci della Val Vibrata, accusati di non saper esprimere una posizione chiara e unitaria, forse per ragioni di opportunità politica. È stato citato come esempio virtuoso il caso di Bazzano, in Emilia, dove i sindaci della Valsamoggia – pur appartenenti in larga parte alla maggioranza di governo regionale – hanno guidato una protesta pubblica contro il ridimensionamento del pronto soccorso locale, schierandosi apertamente con la cittadinanza.
“Perché non accade lo stesso in Val Vibrata?”, si sono chiesti molti dei presenti. “Il declassamento è evidente, ma le reazioni restano deboli e frammentarie”.
Tra le proposte più significative emerse durante l’assemblea, quella rilanciata dal sindaco e dal vicesindaco di Controguerra: trasformare l’Ospedale Val Vibrata in un DEA di I livello. Una richiesta giustificata non solo dalla posizione strategica della struttura, al confine regionale, ma anche dall’elevata mobilità passiva sanitaria che grava sull’intera ASL di Teramo.
Questa ipotesi era già stata prevista nei documenti strategici elaborati dal compianto Dott. Fagnano, nei quali si assegnava all’Ospedale Val Vibrata un ruolo centrale a fianco del futuro ospedale provinciale di Teramo.
“Perché non puntare su questa visione? Perché non pensare in grande e potenziare l’unico presidio sanitario del versante nord, evitando la fuga di pazienti verso le regioni limitrofe?” – è stata la riflessione conclusiva dell’assemblea.
Il Comitato ha confermato la volontà di proseguire nella mobilitazione, sia civile che istituzionale, chiedendo con forza alla politica locale di superare divisioni e tatticismi, per tornare a difendere con decisione il diritto alla salute dei cittadini della Val Vibrata.