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Alba Adriatica si trova di fronte a segnali preoccupanti riguardo alla stagione estiva, che sta rivelando una decrescita nelle presenze turistiche e nei consumi. Per la prima volta in anni, la settimana di Ferragosto non vedrà il consueto "tutto esaurito" nelle strutture ricettive, e anche le località tradizionalmente più frequentate stanno registrando camere disponibili.
Il settore alberghiero, soprattutto nella provincia di Teramo, è quello che sta pagando maggiormente il calo generale nel turismo. La diminuzione di presenze è visibile, con una flessione del 15% nelle strutture alberghiere e addirittura un crollo vicino al 50% per il comparto extralberghiero. Anche le attività commerciali e balneari segnano flessioni tra il 15% e il 25%.
Questo trend, che sta diventando sempre più evidente, non è una novità. Giammarco Giovannelli, presidente di Confcommercio e Federalberghi Abruzzo, sottolinea che il rallentamento delle presenze turistiche è ormai una tendenza consolidata, in parte causata dall’aumento dei costi della vita, che ha ridotto il potere di spesa delle famiglie. I costi elevati del carburante, dell’energia e la difficoltà di risparmio hanno spinto le famiglie a ridurre la durata delle vacanze e a pianificarle all’ultimo minuto, alla ricerca dell’offerta più vantaggiosa.
Questa realtà non riguarda solo Alba Adriatica, ma è una dinamica nazionale che ha colpito duramente l’intero settore. La domanda di vacanze sta cambiando, diventando più orientata verso soluzioni economiche e veloci, con il rischio che la vacanza perda la sua centralità nelle scelte delle famiglie, in favore di esigenze primarie più urgenti.
A livello locale, l’industria turistica ha affrontato un ulteriore ostacolo con l’aumento della tassa di soggiorno, che ha inciso negativamente sul costo complessivo delle vacanze. Le scelte politiche post-Covid non sono riuscite a rispondere alle nuove esigenze del settore, e la mancanza di investimenti in sicurezza e nel potenziamento delle forze dell’ordine ha ulteriormente indebolito la competitività della zona.
Giovannelli conclude facendo notare che la provincia di Teramo, un tempo considerata una "nave scuola" per l’accoglienza turistica abruzzese, si è trovata impreparata ad affrontare questo scenario. Dopo il Covid, l’opportunità di consolidare i mercati che per anni avevano scelto questa destinazione è stata purtroppo persa, compromettendo la capacità di ripresa del settore.
Il settore alberghiero, soprattutto nella provincia di Teramo, è quello che sta pagando maggiormente il calo generale nel turismo. La diminuzione di presenze è visibile, con una flessione del 15% nelle strutture alberghiere e addirittura un crollo vicino al 50% per il comparto extralberghiero. Anche le attività commerciali e balneari segnano flessioni tra il 15% e il 25%.
Questo trend, che sta diventando sempre più evidente, non è una novità. Giammarco Giovannelli, presidente di Confcommercio e Federalberghi Abruzzo, sottolinea che il rallentamento delle presenze turistiche è ormai una tendenza consolidata, in parte causata dall’aumento dei costi della vita, che ha ridotto il potere di spesa delle famiglie. I costi elevati del carburante, dell’energia e la difficoltà di risparmio hanno spinto le famiglie a ridurre la durata delle vacanze e a pianificarle all’ultimo minuto, alla ricerca dell’offerta più vantaggiosa.
Questa realtà non riguarda solo Alba Adriatica, ma è una dinamica nazionale che ha colpito duramente l’intero settore. La domanda di vacanze sta cambiando, diventando più orientata verso soluzioni economiche e veloci, con il rischio che la vacanza perda la sua centralità nelle scelte delle famiglie, in favore di esigenze primarie più urgenti.
A livello locale, l’industria turistica ha affrontato un ulteriore ostacolo con l’aumento della tassa di soggiorno, che ha inciso negativamente sul costo complessivo delle vacanze. Le scelte politiche post-Covid non sono riuscite a rispondere alle nuove esigenze del settore, e la mancanza di investimenti in sicurezza e nel potenziamento delle forze dell’ordine ha ulteriormente indebolito la competitività della zona.
Giovannelli conclude facendo notare che la provincia di Teramo, un tempo considerata una "nave scuola" per l’accoglienza turistica abruzzese, si è trovata impreparata ad affrontare questo scenario. Dopo il Covid, l’opportunità di consolidare i mercati che per anni avevano scelto questa destinazione è stata purtroppo persa, compromettendo la capacità di ripresa del settore.