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SANT’OMERO – Il Comitato Civico per la Tutela dell’Ospedale Val Vibrata e della Sanità Pubblica prende posizione con fermezza contro il nuovo Atto Aziendale adottato dalla ASL di Teramo, denunciandone le gravi ripercussioni sulla sanità della Val Vibrata e degli altri presidi periferici.
Un episodio emblematico di trent’anni fa torna tristemente d’attualità: durante un’assemblea pubblica, a un assessore regionale teramano fu chiesto quale fosse il suo piano per la sanità in Val Vibrata. La risposta fu lapidaria: “Una bella strada che permetta ai cittadini vibratiani di arrivare in fretta a Teramo.” Una visione marcatamente Teramo-centrica, che oggi sembra riaffiorare con forza attraverso l’impostazione del nuovo Atto Aziendale.
Il documento prevede, infatti, il declassamento di una Unità Operativa Complessa (UOC) e di sei Unità Operative Semplici Dipartimentali (UOSD) presenti nei tre ospedali spoke – tra cui quello di Val Vibrata – a semplici Unità Operative Semplici (UOS), subordinate alle UOC del presidio centrale di Teramo. Un cambio di assetto che equivale a una sostanziale perdita di autonomia per gli ospedali periferici, ormai relegati a ruoli subalterni, con il concreto rischio che le esigenze dei territori vengano sistematicamente ignorate.
In particolare, la riorganizzazione colpisce duramente la UOC di Ostetricia-Ginecologia del Val Vibrata e le UOSD dei Pronto Soccorso e delle Terapie Intensive dei tre spoke, tutte retrocesse a UOS. Lo stesso destino è toccato alle UOSD delle Farmacie Ospedaliere periferiche. Una scelta che, secondo il Comitato, potrebbe compromettere l’efficienza e la tempestività delle cure, minando l’intero sistema di risposta sanitaria nei territori.
Colpisce in modo particolare la situazione della Farmacia dell’ospedale di Giulianova, dove è attiva l’UFA (Unità Farmaci Antiblastici), responsabile della preparazione delle chemioterapie per tutti i pazienti oncologici ed ematologici della provincia. La decisione di declassare anche questo presidio appare, secondo il Comitato, inspiegabile e dannosa.
La motivazione ufficiale riportata nei documenti ASL fa riferimento alla cronica carenza di personale e alla scarsa disponibilità di dirigenti medici e farmacisti a operare nelle sedi periferiche. Tuttavia, il Comitato Civico giudica tali argomentazioni non solo inopportune, ma pericolose, perché rischiano di alimentare un circolo vizioso: minore attrattività delle sedi periferiche, ulteriore carenza di personale, peggioramento delle condizioni di lavoro e progressivo indebolimento dei servizi.
Un effetto domino che colpisce duramente la qualità e l’accessibilità delle cure per migliaia di cittadini, minando l’equilibrio di un sistema sanitario provinciale che non può reggersi senza il contributo fondamentale degli ospedali spoke.
Il Comitato evidenzia inoltre come l’attuale dirigenza della ASL di Teramo sia espressione esclusiva del capoluogo, sia per provenienza che per percorso professionale. Una concentrazione di potere considerata anomala e preoccupante, soprattutto in termini di equità territoriale e rappresentanza degli interessi delle diverse aree della provincia.
Alla luce di queste considerazioni, il Comitato Civico lancia un appello accorato alle forze politiche, sindacali e a tutti i corpi intermedi, affinché si attivino con urgenza contro decisioni che, se confermate, infliggerebbero un duro colpo alla sanità pubblica nella Val Vibrata e nell’intera provincia di Teramo.
L’appello è rivolto anche ai sindaci del territorio, invitati a esercitare appieno il loro ruolo istituzionale di controllo e programmazione. Ruolo che, nel caso dell’Atto Aziendale, si riduce purtroppo a una semplice presa d’atto, poiché il provvedimento è già stato adottato dalla ASL e presto sarà approvato dalla Regione.
– Comitato Civico per la Tutela dell’Ospedale Val Vibrata e della Sanità Pubblica –
Un episodio emblematico di trent’anni fa torna tristemente d’attualità: durante un’assemblea pubblica, a un assessore regionale teramano fu chiesto quale fosse il suo piano per la sanità in Val Vibrata. La risposta fu lapidaria: “Una bella strada che permetta ai cittadini vibratiani di arrivare in fretta a Teramo.” Una visione marcatamente Teramo-centrica, che oggi sembra riaffiorare con forza attraverso l’impostazione del nuovo Atto Aziendale.
Il documento prevede, infatti, il declassamento di una Unità Operativa Complessa (UOC) e di sei Unità Operative Semplici Dipartimentali (UOSD) presenti nei tre ospedali spoke – tra cui quello di Val Vibrata – a semplici Unità Operative Semplici (UOS), subordinate alle UOC del presidio centrale di Teramo. Un cambio di assetto che equivale a una sostanziale perdita di autonomia per gli ospedali periferici, ormai relegati a ruoli subalterni, con il concreto rischio che le esigenze dei territori vengano sistematicamente ignorate.
In particolare, la riorganizzazione colpisce duramente la UOC di Ostetricia-Ginecologia del Val Vibrata e le UOSD dei Pronto Soccorso e delle Terapie Intensive dei tre spoke, tutte retrocesse a UOS. Lo stesso destino è toccato alle UOSD delle Farmacie Ospedaliere periferiche. Una scelta che, secondo il Comitato, potrebbe compromettere l’efficienza e la tempestività delle cure, minando l’intero sistema di risposta sanitaria nei territori.
Colpisce in modo particolare la situazione della Farmacia dell’ospedale di Giulianova, dove è attiva l’UFA (Unità Farmaci Antiblastici), responsabile della preparazione delle chemioterapie per tutti i pazienti oncologici ed ematologici della provincia. La decisione di declassare anche questo presidio appare, secondo il Comitato, inspiegabile e dannosa.
La motivazione ufficiale riportata nei documenti ASL fa riferimento alla cronica carenza di personale e alla scarsa disponibilità di dirigenti medici e farmacisti a operare nelle sedi periferiche. Tuttavia, il Comitato Civico giudica tali argomentazioni non solo inopportune, ma pericolose, perché rischiano di alimentare un circolo vizioso: minore attrattività delle sedi periferiche, ulteriore carenza di personale, peggioramento delle condizioni di lavoro e progressivo indebolimento dei servizi.
Un effetto domino che colpisce duramente la qualità e l’accessibilità delle cure per migliaia di cittadini, minando l’equilibrio di un sistema sanitario provinciale che non può reggersi senza il contributo fondamentale degli ospedali spoke.
Il Comitato evidenzia inoltre come l’attuale dirigenza della ASL di Teramo sia espressione esclusiva del capoluogo, sia per provenienza che per percorso professionale. Una concentrazione di potere considerata anomala e preoccupante, soprattutto in termini di equità territoriale e rappresentanza degli interessi delle diverse aree della provincia.
Alla luce di queste considerazioni, il Comitato Civico lancia un appello accorato alle forze politiche, sindacali e a tutti i corpi intermedi, affinché si attivino con urgenza contro decisioni che, se confermate, infliggerebbero un duro colpo alla sanità pubblica nella Val Vibrata e nell’intera provincia di Teramo.
L’appello è rivolto anche ai sindaci del territorio, invitati a esercitare appieno il loro ruolo istituzionale di controllo e programmazione. Ruolo che, nel caso dell’Atto Aziendale, si riduce purtroppo a una semplice presa d’atto, poiché il provvedimento è già stato adottato dalla ASL e presto sarà approvato dalla Regione.
– Comitato Civico per la Tutela dell’Ospedale Val Vibrata e della Sanità Pubblica –