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Nel pomeriggio di oggi, un incendio è divampato nella zona nord della Riserva Naturale del Borsacchio, precisamente al confine della zona costiera, verso Cologna. Le fiamme hanno distrutto circa due ettari di vegetazione retrodunale, minacciando la linea di costa e arrivando a toccare i nidi di fratino, una specie simbolo della riserva.
Il rogo si è sviluppato in una zona ad alta frequentazione, e le cause sono ancora oggetto di accertamento. Grazie a un vento forte, il fuoco si è propagato rapidamente verso sud, distruggendo completamente l’area retrodunale fino a circa 600-700 metri dal punto di origine, nei pressi della “casa verde” abbandonata sul mare.
Fortunatamente, l’intervento tempestivo dei Vigili del Fuoco, con il supporto della Protezione Civile, ha evitato danni ancora più gravi, fermando la propagazione delle fiamme. Tuttavia, ciò che resta è una terra bruciata che impiegherà anni a guarire.
Questo episodio non è isolato. Si tratta infatti del terzo incendio in tre anni nella stessa area, un triste e ripetuto fenomeno che evidenzia una realtà che abbiamo denunciato a lungo: la Riserva non è gestita, né pianificata, e il Piano di Azione Nazionale (PAN) è stato di fatto annullato dalla Regione, che ha deciso di cancellare il 99% della riserva, salvo poi essere fermata dal Ministero dell’Ambiente per la procedura inappropriata adottata. Dopo venti anni di attese, la situazione è oggi più confusa che mai, aggravata dalle azioni della Regione, che ha bloccato ogni tipo di intervento, alimentando l’immobilismo.
Senza una governance chiara, senza una gestione efficiente e senza regole precise, il patrimonio naturalistico della Riserva è sempre più esposto a rischi evitabili. Gli incendi, come quello di oggi, sono la diretta conseguenza di questa negligenza.
Per questo, chiediamo con urgenza l’avvio di un Piano di Gestione che sia finalmente operativo, il ripristino dei confini originali e l’attuazione del PAN adottato dal Comune in accordo con le realtà locali. È fondamentale destinare risorse adeguate, non riduzioni, alle aree protette. Solo con strumenti e responsabilità chiare sarà possibile proteggere, valorizzare e difendere adeguatamente la Riserva, come previsto dalla legge e come merita.
Il rogo si è sviluppato in una zona ad alta frequentazione, e le cause sono ancora oggetto di accertamento. Grazie a un vento forte, il fuoco si è propagato rapidamente verso sud, distruggendo completamente l’area retrodunale fino a circa 600-700 metri dal punto di origine, nei pressi della “casa verde” abbandonata sul mare.
Fortunatamente, l’intervento tempestivo dei Vigili del Fuoco, con il supporto della Protezione Civile, ha evitato danni ancora più gravi, fermando la propagazione delle fiamme. Tuttavia, ciò che resta è una terra bruciata che impiegherà anni a guarire.
Questo episodio non è isolato. Si tratta infatti del terzo incendio in tre anni nella stessa area, un triste e ripetuto fenomeno che evidenzia una realtà che abbiamo denunciato a lungo: la Riserva non è gestita, né pianificata, e il Piano di Azione Nazionale (PAN) è stato di fatto annullato dalla Regione, che ha deciso di cancellare il 99% della riserva, salvo poi essere fermata dal Ministero dell’Ambiente per la procedura inappropriata adottata. Dopo venti anni di attese, la situazione è oggi più confusa che mai, aggravata dalle azioni della Regione, che ha bloccato ogni tipo di intervento, alimentando l’immobilismo.
Senza una governance chiara, senza una gestione efficiente e senza regole precise, il patrimonio naturalistico della Riserva è sempre più esposto a rischi evitabili. Gli incendi, come quello di oggi, sono la diretta conseguenza di questa negligenza.
Per questo, chiediamo con urgenza l’avvio di un Piano di Gestione che sia finalmente operativo, il ripristino dei confini originali e l’attuazione del PAN adottato dal Comune in accordo con le realtà locali. È fondamentale destinare risorse adeguate, non riduzioni, alle aree protette. Solo con strumenti e responsabilità chiare sarà possibile proteggere, valorizzare e difendere adeguatamente la Riserva, come previsto dalla legge e come merita.