Condividi:
SILVI - Ha agito d’istinto, come farebbe qualsiasi padre. Non ha esitato a tuffarsi in mare per salvare il figlio di 13 anni in difficoltà tra le onde. È successo nel pomeriggio di ieri a Silvi, lungo il litorale abruzzese, dove una famiglia di turisti svizzeri ha vissuto attimi di puro terrore.
Il ragazzino è stato soccorso in tempo da bagnini e bagnanti, ma il padre, un 45enne, ha avuto la peggio: sfiancato dal mare agitato e colpito da un principio d’infarto, ha sbattuto violentemente la testa contro gli scogli. Ora è ricoverato in gravi condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Pescara.
Secondo la ricostruzione dei soccorritori, i tre – padre, madre e figlio – si erano avventurati in acqua nonostante le condizioni del mare fossero proibitive, nei pressi degli stabilimenti Mar del Plata e Albatros. Sarebbero stati sorpresi da una corrente insidiosa che li ha messi in difficoltà. La donna è riuscita a rientrare a riva autonomamente, mentre il figlio è stato raggiunto e messo in salvo da alcuni bagnini.
Il padre, invece, nel tentativo disperato di soccorrere il figlio, ha dovuto affrontare onde alte e forte risacca. Stremato e colto da un malore improvviso, è finito contro gli scogli, perdendo conoscenza.
Provvidenziale l’intervento dell’elisoccorso del 118 partito da Pescara: medico e infermiere si sono calati con il verricello per prestargli le prime cure direttamente sugli scogli, dove nel frattempo alcuni bagnanti lo avevano raggiunto e tenuto in sicurezza. Una volta stabilizzato, l’uomo è stato imbarcato sull’elicottero e trasportato d’urgenza all’ospedale civile di Pescara, dove è tuttora ricoverato in condizioni critiche.
L’incidente riaccende l’attenzione sulla pericolosità del mare mosso e sull’importanza di rispettare i divieti di balneazione. Una tragedia sfiorata, che ricorda da vicino il dramma avvenuto poche settimane fa a Francavilla, dove Camillo Cantoli, 55 anni, perse la vita nel tentativo di salvare il figlio della compagna, travolto dalle onde.