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TERAMO – A nove anni dal terremoto, le cicatrici materiali e sociali restano profonde in tutto il Centro Italia. Anche Teramo continua a fare i conti con una ricostruzione lenta: centinaia di sfollati, quartieri frammentati, edifici pubblici ancora chiusi e cantieri che stentano a partire. Tra i simboli più evidenti, il municipio di piazza Orsini.
Il commissario alla ricostruzione, Guido Castelli, nell’ultimo report ha parlato di un cambio di passo. Un giudizio che il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto (foto), condivide solo in parte: «I dati confermano la complessità di una ricostruzione rimasta per anni imbrigliata in norme ordinarie di fronte a una situazione straordinaria. L’accelerazione è arrivata solo nel 2020, grazie all’opera di semplificazione avviata dall’ex commissario Giovanni Legnini, che ha dato ai sindaci un ruolo centrale».
Secondo il primo cittadino, i passi avanti non mancano ma la strada è ancora lunga: «Oggi Teramo ha un cronoprogramma chiaro su tutte le opere. Alcuni cantieri sono già partiti, altri sono in fase di appalto. Ma serve ulteriore coraggio sul fronte della semplificazione».
Cantieri e opere pubbliche
Il sindaco rivendica i progressi compiuti:
Scuole: a Villa Ripa i lavori sono terminati; alla San Giuseppe il cantiere, partito nove mesi fa, terminerà nel 2027; appaltati gli interventi su Braga e Savini, che apriranno a ottobre. Finanziamenti lievitati fino a raddoppiare. La Molinari ha ottenuto un nuovo stanziamento da oltre 8 milioni di euro, mentre la Fornaci Cona sarà riconsegnata a settembre.
Municipio: il progetto da oltre 10 milioni di euro andrà a gara entro il 2025.
Museo archeologico Savini: messo in sicurezza con fondi comunali, ha ottenuto nel 2022 un finanziamento da 9,3 milioni di euro, ma resta fuori dalle ordinanze speciali.
La fotografia di oggi
«Abbiamo un programma definito su tutto il patrimonio comunale colpito dal sisma e incrementi significativi di risorse», afferma D’Alberto. «Siamo in linea con il percorso di rinascita, ma occorre accelerare. Per questo difendo la scelta di ricostruire le scuole in centro, integrando la ricostruzione con interventi di rigenerazione urbana e sociale. Ora serve una svolta anche per l’edilizia residenziale Ater».
Il commissario alla ricostruzione, Guido Castelli, nell’ultimo report ha parlato di un cambio di passo. Un giudizio che il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto (foto), condivide solo in parte: «I dati confermano la complessità di una ricostruzione rimasta per anni imbrigliata in norme ordinarie di fronte a una situazione straordinaria. L’accelerazione è arrivata solo nel 2020, grazie all’opera di semplificazione avviata dall’ex commissario Giovanni Legnini, che ha dato ai sindaci un ruolo centrale».
Secondo il primo cittadino, i passi avanti non mancano ma la strada è ancora lunga: «Oggi Teramo ha un cronoprogramma chiaro su tutte le opere. Alcuni cantieri sono già partiti, altri sono in fase di appalto. Ma serve ulteriore coraggio sul fronte della semplificazione».
Cantieri e opere pubbliche
Il sindaco rivendica i progressi compiuti:
Scuole: a Villa Ripa i lavori sono terminati; alla San Giuseppe il cantiere, partito nove mesi fa, terminerà nel 2027; appaltati gli interventi su Braga e Savini, che apriranno a ottobre. Finanziamenti lievitati fino a raddoppiare. La Molinari ha ottenuto un nuovo stanziamento da oltre 8 milioni di euro, mentre la Fornaci Cona sarà riconsegnata a settembre.
Municipio: il progetto da oltre 10 milioni di euro andrà a gara entro il 2025.
Museo archeologico Savini: messo in sicurezza con fondi comunali, ha ottenuto nel 2022 un finanziamento da 9,3 milioni di euro, ma resta fuori dalle ordinanze speciali.
La fotografia di oggi
«Abbiamo un programma definito su tutto il patrimonio comunale colpito dal sisma e incrementi significativi di risorse», afferma D’Alberto. «Siamo in linea con il percorso di rinascita, ma occorre accelerare. Per questo difendo la scelta di ricostruire le scuole in centro, integrando la ricostruzione con interventi di rigenerazione urbana e sociale. Ora serve una svolta anche per l’edilizia residenziale Ater».